LINO PENZO, UNA VITA TRA I PALI

Una vita tra i pali. Da sempre, fin dai tempi della strada divenuti da subito i tempi dell’oratorio, quello di San Paolo a Roma. Lino Penzo, 73 anni, da Chioggia si trasferì nella capitale dove mosse i primi passi nel mondo del calcio. All’inizio nei parchi e sui marciapiedi poi all’oratorio. “La prima società fu alla Garbatella, racconta Lino Penzo, a 16anni ero già nelle giovanili della Lazio”. Allievi e quella che oggi si chiama primavera e che prima si definiva De Martino il cosiddetto campionato di riserve della prima squadra. La passione si mischiò con il talento e da quel momento iniziò una vita dedicata al calcio ed allo sport. Una vita da portiere. “Da subito tra i pali, aggiunge Penzo, il mio ruolo è stato fin da piccolo quello di difendere la porta ed evitare di far prendere gol alla mia squadra di turno”. Il modello era Albertosi detto Ricky, campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo e nel 1970 con la nazionale italiana. “Il modello di noi giovani portieri dell’epoca era Albertosi, un esempio di qualità e sostanza. Un grande portiere. Oggi il calcio è molto cambiato ma posso dire che mi rivedevo in Lorieri”. Dopo la parentesi tra le giovanili della lazio Penzo andò in Abruzzo militando nel campionato di promozione per poi approdare alla formazione aziendale della Stephen del Cotral azienda di trasporti. “Mi proposero un contratto per giocare e un contratto per lavorare, racconta, era il 1971 e vi rimasi fino al 1978. Fu una buona occasione e una buona opportunità di lavoro”. “Cominciavo ad apprendere tutti i segreti del ruolo di portiere”. La concentrazione particolare dei numeri uno, la tecnica, le uscite, quelle alte e quelle basse. Il coraggio e la follia dei portieri che solo i portieri possono comprendere. “Iniziai a capire che avrei continuato a lavorare con questo ruolo del gioco del calcio anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo e così è stato”. Oggi Lino Penzo è preparatore dei portieri presso la società sportiva “Città di Aprilia” e oltre ad essere un insegnante sportivo e anche un educatore per i ragazzi della scuola calcio. “Ad Aprilia avevo già lavorato come preparatore dei portieri, ricorda Penzo, era il 1995 con Stradaioli presidente e Tassinari direttore sportivo. Poi passai al Latina con Pasquale De Maio direttore sportivo e Capitani presidente, era il 2008. Vincemmo il campionato di eccellenza arrivando secondi nella regular season e vincendo i play off. Quell’anno il Latina vendette la promozione all’Aprilia”. Tra i ricordi che occupano un posto particolare nella memoria e nel cuore di Penzo c’è sicuramente la stagione calcistica del 1990. “Quell’anno mi trovavo nella formazione del Villa San Sebastiano, Tagliacozzo, venne a giocare con noi Giorgio Chinaglia che avendo chiuso la sua carriera da professionista e dopo essere tornato dall’esperienza americana aveva voglia di divertirsi. Fu un onore giocare con lui, fu un anno indimenticabile. Scendere in campo con Chinaglia era affascinate senza contare le facce dei nostri avversari. Anche se a fine carriera Chinaglia, dopotutto, era sempre Chinaglia”.