LUCA ZAVATTI, LO SPORT COME MEDICINA DI VITA

Luca Zavatti 57 anni tre vite all’insegna dello sport. La passione? Il calcio. Soprattutto un esempio vivente di come lo sport possa essere la chiave per rinascere, il crocevia per risalire la china, realizzarsi e trovare il proprio posto nel mondo.  Lo sport basato sui valori sani: la convivenza, il sano divertimento. La competizione ma all’interno di un quadro di rispetto per se stessi e l’avversario. “Ho iniziato giocando a calcio in strada, racconta Zavatti, come molti altri ragazzi ho scoperto così la mia passione. Presto sono approdato al Pontinia Calcio con il quale ho effettuato l’intera trafila delle giovanili. Dai piccoli fino agli juniores, poi l’esordio in prima squadra”. Difensore fisico, una volta si chiamavano stopper. Buona posizione in campo e personalità. Di quelli che giocano a testa alta. “Nonostante fossi timido il calcio rappresentò da subito una medicina. Alla soglia della maggiore età avevo ormai superato le mie difficoltà caratteriali”. Quasi sempre con la fascia al braccio Zavatti diventa uno specialista delle categorie di Promozione ed Eccellenza tra Pontinia, Cisterna, Atletico Latina, Atletico Formia e tante altre realtà della Regione. “Il mio modello era Paolo Maldini, un campione dentro e fuori dal campo. Correttezza, eleganza e tanta classe”. Il primo tempo della personale partita di Zavatti si chiude all’età di 41 anni, quando sulle strade di Latina, nei pressi del Tribunale, è coinvolto in un gravissimo incidente stradale. “Ero in sella ad uno scooter, racconta Zavatti, fui coinvolto in un incidente a seguito del quale persi una gamba. Mi salvò letteralmente la vita una guardia giurata del Tribunale che intervenne, a rischio del lavoro, in maniera tempestiva bloccandomi l’emorragia di sangue. Episodio che mi portò all’amputazione dell’arto”. Dopo 6 giorni di coma la rinascita. “In quel momento iniziò la seconda parte della mia vita. Ci fu la riabilitazione e fu il momento nel quale conobbi la mia attuale moglie, una persona fondamentale per questo mio personalissimo viaggio”. Nel 2012 arrivò la telefonata di Francesco Messori. “Mi chiamò per fondare insieme la nazionale Italiana Calcio Amputati Csi. La compagine fu varata ufficialmente ad Assisi e da lì iniziamo un percorso a dir poco esaltante”. “Giocare a calcio con le stampelle non è stato facile, ammette Zavatti, mi sentivo scoordinato e c’era quale timore. Poi mi sbloccai e tutto fu semplice e divertente. Dopo un colpo di testa rovinai a terra, mi rialzai e inizia a giocare a calcio libero da ogni paura”. Iniziarono una serie di partite degne di nota, amichevoli nazionali ed internazionali fino ai mondiali del Messico del 2014. “Esordire ai mondiali con la maglia della nazionale e l’inno d’Italia era coronare il mio sogno da bambino”. Da li 2 europei a Varsavia, 4 campionati italiani Fispes e molte altre esperienze di campo. Lecce fino a Roma nel 2022 ultimo anno da giocatore. “Terminata la carriera di giocatore, spiega Zavatti, iniziò il terzo tempo della mia vita. Fase che è tutt’ora in auge”.  “Dopo un’esperienza di 3 anni mi sono messo in proprio aprendo in maniera autonoma una società sportiva l’Asd Tutti in gioco Social Club a Latina. Questo progetto è nato il 25 gennaio scorso, facciamo calcio con i giovani con i valori che mi hanno ispirato da sempre: inclusione, divertimento senza lasciare nessuno indietro. Un lavoro impegnativo ma con tante soddisfazioni. Vedere un ragazzo sorridere è la cosa più bella del mondo. Vedere un ragazzo con delle difficoltà realizzarsi in comitiva è per me un orgoglio infinito”. Firmato Luca Zavatti, 57anni, attualmente al terzo tempo della sua vita.