Michele Rapone a Capo Nord in bici nel ricordo della moglie

Michele Rapone è arrivato a Capo Nord, obiettivo raggiunto in bici da Anzio in 36 giorni! L’impresa nel ricordo della moglie. L’arrivo è stato toccato il 7 agosto 2024 dopo circa un mese di pedalate in solitaria attraversando paesi, territori e lingue diverse. Michele Rapone, 50 anni compiuti proprio in questi giorni, è un tecnico accordatore di pianoforti che si è reso protagonista in sella alla sua due ruote di un viaggio particolare dal litorale laziale fino a Capo Nord. “Viaggio dal 2 luglio, ci racconta al telefono Michele, sono partito da Anzio dove vivo ora, con una bici da corsa usata, due borse laterali per gli indumenti, tenda e sacco a pelo, una borsa sull’anteriore con il cibo ed un fornello”. Perchè un viaggio così lungo e difficile in bicicletta?  “Non sono un ciclista, racconta Michele,  la bicicletta è stata un’esigenza nata dopo la perdita di mia moglie per leucemia due anni fa. Il viaggio era una promessa fatta a lei durante i lunghi ricoveri, doveva essere fatto in moto, ma poi considerando che lei era una sportiva al contrario di me, e che avevo oltre che il bisogno di scaricare la rabbia accumulata, l’esigenza di fare un viaggio dentro me se stesso ed anche un po’ contro me stesso. In spalla uno zaino con uno dei miei strumenti musicali: il clarinetto, con il quale spesso suono durante il viaggio, ed è stato la chiave durante il viaggio per conoscere da vicino, nella loro intimità, molte persone, arricchendo il mio viaggio di esperienze che mi hanno fatto scoprire un Michele che non conoscevo”. Una vera e propria impresa, chilometri e chilometri macinati ogni giorno senza mai fermarsi per ricordare sua moglie. In mone di quella promessa fatta tempo fa ha preparato la biciclette ed è partito verso nord. Un viaggio personale alla ricerca di se stesso, un viaggio attraverso i territori e le città, le più disparate, ma anche e soprattutto un viaggio dentro se stesso. Di certo ha compiuto una vera impresa sportiva e sociale. “Il viaggio è al termine, ma ci sarà quello di ritorno, meno faticoso perché in autobus e treno, ma che potrà riservare altre sorprese. La mia media giornaliera va da un minimo di 100km ad un massimo di 170. Al ritorno mi piacerebbe, con tutti gli appunti presi nel mio diario, realizzare un libro i cui proventi vadano in beneficenza, fare si che la mia esperienza sia utile non solo a me”. Attualmente Michele è rientrato ed ha ripreso il suo lavoro. Nel momento della pubblicazione del giornale, Michele si trova in trasferta per lavoro. E’ ripresa la normale routine con un elemento in più nella sua vita: aver portato a termine una missione importantissima.