Quando in città si parla dell’Aprilia calcio di metà anni novanta nel discorso sale sempre una certa emozione. Chi ha vissuto quegli anni ricorda benissimo l’atmosfera che circondava l’ambiente calcio intorno allo stadio Quinto Ricci che in quelle stagioni era colmo di tifosi e passione. Successi, soddisfazioni e bagni di folla. Uno degli artefici di quella pagina sportiva che ha fatto storia è Paolo D’Este, indimenticato allenatore di un gruppo leggendario che portò in città i primi grandi risultati dell’epoca contemporanea. Raggiunto telefonicamente durante una pausa del suo lavoro, oggi mister D’Este ricopre la professione di tecnico informatico di un laboratorio scolastico nella sua Anzio, non ha dubbi: “Aprilia è stata la più bella esperienza sportiva della mia vita. Ho grandi ricordi e un sacco di amici”. Sono passati molti anni da quelle gloriose stagioni ma il ricordo è ancora vivo. “Avevamo un gruppo valido, ricorda l’allenatore che oggi chiameremo giochista, che ci ha dato grandi soddisfazioni. Un team di tutto riguardo all’altezza della situazione caratterizzato da presidenze lungimiranti, prima Stradaioli e poi Treiani, e dal settore tecnico validissimo. Avevamo un gruppo di giocatori giovani che seppero mettersi a disposizione. Un gruppo dedito al lavoro e con la testa verso il risultato. Del resto un progetto sportivo funziona quando ci sono nei punti chiave le componenti giuste”. L’undici targato D’Este aveva un marchio di fabbrica indelebile: il 442. “Affrontavamo le partite alternando le due fasi di gioco senza rinunciare mai alla nostra filosofia di gioco che era quella di proporre calcio. Iniziai quell’esperienza prendendo la squadra apriliana nella categoria Promozione e raggiungendo subito la promozione alla serie successiva. Nel 1998 riuscimmo a vincere la coppa Italia regionale togliendoci una soddisfazione grandissima. Battemmo nell’ordine Formia, Cisco Roma, Ostia Mare e Tivoli. Raggiungemmo la finale incontrando il Ferentino e vincemmo il trofeo”. Quel giorno, il sei gennaio del 1998, da Aprilia partirono per raggiungere lo stadio Flaminio di Roma 11 pullman pieni di tifosi apriliani. “Fare calcio oggi è diventato complicato, dichiara mister Paolo D’Este, le difficili congiunture economiche che stanno caratterizzando questi anni e le ripetute scelte negative da parte dei governi hanno messo le società sportive in grosse difficoltà. Il risultato finale di questo mix di concause è che investire nel calcio per il ceto imprenditoriale è diventato difficile. Personalmente da alcuni anni ho preferito allontanarmi un attimo dal campo. Le delusioni date dalle ultime esperienze mi hanno spinto a dedicarmi ad altro”. Se però ci fosse una chiamata da Aprilia D’Este non ha dubbi. “Ad Aprilia non potrei dire di no. Sarei pronto ad iniziare una nuova esperienza calcistica con grande entusiasmo su quella che considero una panchina panchina. Se ci fosse una chiamata insomma, direi di si”.